Il 16 Novembre 2024 REMOTTI avrebbe compiuto 100 anni.
Sua figlia Federica Remotti e sua moglie Luisa Pistoia, lo festeggeranno ricordandolo una mostra di opere inedite a cura di Gianluca Marziani presso Spazio Sette (Via dei Barberi, 7) presso Spazio Sette a Roma.
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Dal 16 novembre 2024, in occasione del centenario di Remo, uscirà "Me ne andavo da quella Roma...(reloaded)", la nuova versione rimusicata della storica poesia di Remotti, con la Direzione Artistica di Tommaso "Piotta" Zanello, che è anche produttore e compositore insieme a Francesco Santalucia.
Molte le immagini di repertorio di Remotti nel videoclip, Carlo Verdone che a Remo Remotti,ha voluto rendere omaggio nella scena iniziale di “Vita da Carlo Terza Stagione” aprirà il brano.
Proseguiranno Carl Brave, Alessandro Mannarino, Valerio Mastandrea, Ditonellapiaga, Daniele Silvestri, Tommaso "Piotta" Zanello, Luca Barbarossa, Emanuela Fanelli.
Chiuderà il pezzo lo stesso Remotti con il brano originale.
La cover del singolo è disegnata da Zerocalcare.
A sostegno di Save The Children.


AMACA DI MICHELE SERRA SU "LA REPUBBLICA" DEL 22 GIUGNO 2015

È inspiegabilmente morto, ieri a Roma, Remo Remotti, pittore, poeta, attore. Nessuno di quelli che lo hanno conosciuto e frequentato poteva immaginare che Remo, prima o poi, avrebbe smesso di vivere. La sua vitalità esuberante, smaniosa, contagiosa era palesemente inconciliabile con la morte; e il suo decesso, a soli novant’anni, va dunque considerato la prova definitiva che,effettivamente, nessuno di noi è immortale.
Remo non è stato, diciamo così, un artista da Pantheon. O da accademia. O da red carpet. Ha disperso la sua energia (atomica) in miliardi di attività il più delle volte incompiute, ha viaggiato moltissimo, vissuto furiosamente, amato a iosa, è stato in quasi tutti i posti del mondo, anche in manicomio, ha riso, cantato, scritto, recitato, mangiato, bevuto sempre con una naturalezza smagliante, fanciullesca, al riparo dai sensi di colpa così come dall’autocompiacimento.
In genere gli iper-vitalisti come lui sono antipatici, egocentrici e ingombranti. Lui era simpatico, allegro, amichevole, e dove lo mettevi ci stava benissimo. Quasi tutto il meglio del secolo passato – la libertà, la rivoluzione, la psicanalisi, i versi sciolti, l’abbigliamento casual – in Remo Remotti c’era. Quasi tutto il peggio – il fascismo, il perbenismo, la volgarità del denaro, l’ipocrisia del potere, la cravatta giusta – in Remo Remotti non c’era. Bisognerà dunque cercare di essere – almeno in spirito – ai suoi funerali; sempre ammesso che lui ci sia.


Remo Remotti & Davide Toffolo - L'ultimo vecchio sulla Terra


REMOTTI DI CARTA

Dal 18 febbraio al 30 marzo il MACRO presenta al pubblico per la prima volta una serie di disegni che mostrano un aspetto diaristico e intimo, un viaggio tra le carte, i disegni, i racconti illustrati e gli appunti figurativi della vita tra verità e (anti)finzione di Remo Remotti. La mostra e il libro pubblicato per l'occasione si concentrano su tre cicli a fumetti (VIAGGIO IN PERU', REMOTTI A FUMETTI E MANCO LI CANI) che ricuciono il legame tra parola e immagine, pensiero militante e autobiografismo spontaneo.

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POSSO RUBARE ANCH’IO LA MARMELLATA?
Gianluca Marziani

LA FREGNA REGNA, disse un giorno Remo Remotti.
Vi giuro che non potevo iniziare altrimenti (e l’inizio, come molti sanno, segna il futuro cammino). Da quel regno parto per istinto e lì sempre giungo per le impervie vie della ragione. Inutile negarlo, è questa la mia idea cardiaca del mondo incrociata con l’idea remottiana di mondo: visuale tattica e tattile per gentleman del bello supremo, del bene supremo, della goduria suprema. Fidatevi, non è facile scovare un registro stilistico che sia partner dialettico di Remo, una scrittura che fin dal prologo ricalchi la sua libertà d’uomo e artista…

 

 

“Ad un certo punto della mia vita, mi sono accorto di essere un creativo. Per me la creatività è stata un'ancora di salvezza contro i lavori routinari e ripetitivi. La vita è divenire e bloccarla in una situazione statica è contro natura. Bisogna fare un lavoro che ci renda felici e che ci dia gioia di vivere. Bisogna essere pagati per un lavoro che faremmo anche gratis. Un lavoro che non sia un "lavoro" ma un gioco, un divertimento.

 

Filmografia

 

 

 

 

 

Remo Remotti nasce il 16 novembre del 1924 a Roma. Rimane orfano del padre a 12 anni, questo evento insieme al problematico rapporto con la madre, dovuto anche alla condizione di figlio unico, segnerà per sempre la vita privata e professionale. Laureato in legge, negli anni '50 emigra in Perù, quasi una fuga dall'ambiente chiuso e benestante nel quale vive, e vi resta per circa 7 anni. Qui intraprende vari mestieri, e soprattutto scopre la sua passione per l'arte, frequentando scuole serali a Lima. Al ritorno in Italia trova lavoro a Milano presso l'azienda farmaceutica Lepetit, dove resta ben poco, considerando il suo spirito, già proiettato verso altre esperienze. Nel 1960 sposa Maria Luisa Loy, sorella del celebre regista. Il soggiorno milanese continua ancora per anni, anche grazie ad una borsa di studio per artisti.Nel capoluogo lombardo Remotti conosce l'ambiente culturale dell'epoca (Fontana, Manzoni, etc..) oltre ad esporre le sue prime opere in gallerie private. Dopo un breve parentesi a Roma, parte per la Germania, dove vive dal '68 al '71 e dove respira il fermento intellettuale che attraversa l'Europa.

Per informazioni
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federicaremotti@gmail.com
(presso Sosia&Pistoia Srl 06.3219252)